Recensione - Deadpool

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HaWx_DeathMaker
view post Posted on 25/7/2013, 16:02




Con i due giochi dedicati ai Transformers e la saga di Cybertron, High Moon Studios si è fatta un nome in questa generazione per essere riuscita a creare dei titoli che rendessero finalmente giustizia ai robot mutaforma di Hasbro. Ora il team californiano si è cimentato in un'altra sfida difficile: creare un videogioco su Deadpool, l'eroe più strampalato e particolare dell'universo Marvel. Saranno riusciti a replicare gli ottimi risultati avuti in passato? Scopriamolo insieme.
IL GIOCO

Prima di parlare del gioco, bisogna necessariamente fare un piccolo riassunto della storia del protagonista per chi ancora non lo conoscesse: Deadpool era un soldato di nome Wade Wilson che, essendo malato di cancro, si sottopose volontariamente al progetto Arma X, un esperimento che puntava a replicare il fattore rigenerante di Wolverine nei normali umani. Qualcosa andò tuttavia storto: Wade acquisì effettivamente un potere rigenerante addirittura superiore a quello di Wolverine, peccato che a rigenerarsi costantemente fossero le sue cellule cancerogene che lo sfigurarono orribilmente, oltre a danneggiare il cervello portandolo alla pazzia. Infatti nella sua testa sono sempre presenti due voci spesso in contrapposizione tra loro. Wade divenne così Deadpool, un mercenario che dietro compenso svolge qualsiasi incarico, infatti spesso nei fumetti si trova come villan anche se ultimamente sta tentando di diventare un eroe a tutti gli effetti cercando di entrare ad esempio negli X-Men o di fare coppia con Spider-Man, ma con scarsi risultati visti il suo passato e soprattutto la sua voglia di far esplodere qualsiasi cosa senza pensare alle conseguenze.

Il soprannome di Deadpool è “Il mercenario chiacchierone” e il motivo è facilmente intuibile: Wade non tace praticamente mai ma parla in continuazione, o con gli altri o con le sue due voci interne, con dialoghi spesso al limite del nonsense.
Un'altra sua caratteristica è quella di essere consapevole di essere in un fumetto e spesso si rivolge direttamente al lettore o ai disegnatori, rompendo quella che viene definita “la quarta parete”. A cosa è servita tutta questa spiegazione? Semplice, tutto quello che avete letto lo ritroverete con estrema fedeltà anche nel suo videogioco.

Ho usato il termine “suo” videogioco non a caso, infatti Deadpool nei primi minuti convince con metodi molto poco ortodossi High Moon Studios a realizzare un videogame con lui protagonista, e così sarà: Deadpool è il fulcro di tutta l'esperienza mentre gli altri personaggi Marvel del calibro di Cable, Wolverine, Psylocke, Rogue ecc. sono per la maggior parte delle comparse, permettendo di focalizzare l'attenzione unicamente su Wade. Anche la trama non è per nulla complessa e serve unicamente da collante per la serie di gag e situazioni paradossali che coinvolgono il nostro mercenario.

A livello di gameplay Deadpool si rivela un misto tra un hack'n slash e uno sparatutto in terza persona intervallato da fasi platform anche se purtroppo il gioco non eccelle in nessuna di queste categorie, ma di questo parleremo più avanti. Ogni mercenario che si rispetti ha un vasto arsenale di armi, e quello di Deadpool è decisamente fornito anche se si poteva fare di meglio: all'inizio abbiamo a disposizione unicamente le classiche katane e pistole, ma spendendo i punti guadagnati uccidendo i nemici o trovandoli per lo scenario si possono acquistare i Sai (pugnali simili a quelli di Elektra per intenderci) e i martelli, mentre come bocche di fuoco aggiuntive abbiamo i fucili a pompa, mitragliatrici e fucili a impulsi presi in prestito da Cable. A tutto questo si aggiungono alcuni gadget, come granate a frammentazione, flashbang, mine di prossimità e... trappole per orsi. Le varie armi e lo stesso Deadpool sono inoltre potenziabili sempre tramite punti esperienza, sbloccando così nuove combo, mosse speciali, aumentando il danno o le munizioni trasportabili.

Infine abbiamo a disposizione anche l'utilissimo congegno di teletrasporto che Deadpool ha rubato direttamente a Norman Osborn durante la saga fumettistica “Dark Reign”, grazie al quale possiamo schivare per 4 volte di fila prima di dover attendere qualche secondo per ricaricare il dispositivo (con relative imprecazioni di Wade), e tramite lo stesso tasto se premuto con il giusto tempismo possiamo eseguire dei contrattacchi (Batman Arkham City docet). Concatenando combo senza farci colpire, riempiamo un'apposita barra chiamata “Momentum” che, una volta al massimo, permette di eseguire devastanti attacchi speciali diversi per ogni arma, ognuno con determinati effetti.

I livelli sono dei semplici corridoi interrotti da alcune stanze o aree più grandi, non c'è spazio per l'esplorazione e non ci sono segreti o oggetti collezionabili da trovare, tuttavia l'azione non manca mai e non ci sono punti morti, mentre i nemici si dividono in circa 8 categorie anche se ad eccezione del numero di colpi necessario per abbatterli solo pochi richiedono tattiche più ragionate del button mashing. Nonostante siano piuttosto anonimi per l'aspetto (sono tutti dei cloni creati da Sinistro, ovvero il nemico principale), l'intelligenza artificiale dei nemici è tuttavia decente, infatti spesso vedremo i nostri avversari tuffarsi per schivare le granate, cercare riparo e sparare alla cieca piuttosto che esporsi al nostro fuoco. Ovviamente non è nulla di eccezionale e la maggior parte della difficoltà è data più dalla superiorità numerica che dalla loro intelligenza, tuttavia ho visto nemici più stupidi in giochi molto più blasonati.

Attached Image: deadpool

deadpool

 
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